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CIAO NONNO

 

Ricordo che nel libro di lettura di seconda elementare c’era un brano dedicato ai nonni. Il testo riportava la descrizione che un bambino faceva del nonno, rimasto solo e descriveva un uomo assai attempato, dai capelli bianchi, taciturno, insicuro nel camminare, insomma un… anziano con la “A” maiuscola, di quelli che oggi, quasi, non si vedono più. Cosa che mi rimase impressa era che nel suo posto a tavola, sotto la sua sedia, terminato il pasto, era sempre pieno di briciole. 
Ora che anche io sono nonno, a volte mi trovo stupito a ripensare a quel brano. 
Qualche giorno dopo quella lettura, la maestra ci assegnò, per casa, il comito di comporre dei pensierini sul nonno. Io, non avevo il nonno, non li ho mai avuti e, nel mio procedere ripresi qualcosa di quel brano. Nel rileggere il lavoro fatto non mi sentivo contento, sicuramente quello di cui avevo scritto non era il mio nonno. 
Da poco è passato il centenario della grande guerra. Questo avvenimento è stato l’occasione per indagare su internet e quant’altro per vedere tante cose successe in quegli anni e… sapere qualcosa di te, mio nonno. Grazie anche alla meticolosa attenzione di Oscar, abbiamo saputo che eri stato chiamato alle armi il 24 maggio del 1915 ma giungesti al regimento solamente il 14 giugno 1915, senza giustificare il ritardo. Eri caporale maggiore aiutante di sanità. Eri presente nella battaglia di Dolje, ora Slovenia, il 29 agosto del 1915 e dove, come dal verbale firmato dal tenente Vecchi Gregorio, concludesti la tua avventura terrena. Lasciavi la nonna con tre figli uno di 7, l’altro di 5 e la più piccolina di 3 anni. Quanto sei rimasto nei pensieri di quei tre figli che tanto hanno indagato pur non sapendo dove cercare le tue spogli! Finalmente il Ministero della Difesa ci ha dato qualche indicazione finendo ad Oslavia, vicino a Gorizia. E in agosto siamo venuti. 
Il Sacrario è un’opera monumentale, che ha l'aspetto di un severo e robusto fortilizio, costituito da una grande torre centrale con sottostante cripta e tre torri laterali con, ancora sotto, delle cripte situate ai vertici di un triangolo. Le quattro torri sono collegate internamente con gallerie sotterranee. I loculi dei caduti noti sono disposti lungo le pareti dei tre ordini di gallerie che si trovano nell'interno della torre centrale, nonché lungo le pareti interne delle torri laterali. I caduti ignoti sono tumulati, collettivamente, in tre grandi ossari al centro delle torri laterali. Nel mezzo della torre centrale si erge una grande croce in marmo scuro. In silenzio e spinti da una grande speranza entriamo. Scrutiamo tutti i nomi, alla lettera “S” ci fermiamo per leggere e rileggere. Ci avevano avvertito che potevano esserci degli storpiamenti sui nomi ma per quanto ci sforziamo il tuo nome non c’è. Sicuramente sei là, sotto una di quelle tre grandi pietre dove, come ognuna dice, ci sono 12000 salme. Ma quale delle tre? Nell’uscire da questo grande e silenzioso edificio è d’obbligo lasciare una firma. Io… sono titubante, vorrei lasciare qualcosa di più. Vorrei dirti che finalmente qualcuno dei tuoi è venuto a trovarti, non ti ha dimenticato. Ma, una pudica ed infantile vergogna mi fa desistere e meccanicamente lascio la mia firma. Però… sulla soglia dell’uscita ti rivedo in quell’unica foto che abbiamo di te con quel cappello nero, i tuoi occhi profondi e neri, la pelle quasi vellutata ed un baffetto, forse per l’occasione, ben curato, e mi si stringe il cuore pensando che ti sto portando i saluti del mio papà al quale tanto sei mancato e tanto ti ha esaltato. E un grazie di cuore perché grazie a te oggi, agosto 2019, siamo qui: tuo nipote, tua pronipote e tuo pro-tris-nipote per dirti: “CIAO NONNO”.


Mario

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